A te...

A te che sei di passaggio....

A te che sei lettore attento.....

A te che giri tra i siti....

Ad ogni cuore innamorato.....

dò il benvenuto nel mio blog...

dove ogni gesto, frase, colore e tutto ciò che ci circonda...

è solo poesia.

Scilla D

giovedì 4 ottobre 2012

La pioggia nel pineto di Grabriele D'Annunzio



Taci. Su le soglie del bosco non odo
parole che dici umane; 

ma odo parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici salmastre ed arse,
piove sui pini scagliosi ed irti,
piove su i mirti divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti di coccole aulenti,
piove su i nostri volti silvani,
piove su le nostre mani ignude,
su i nostri vestimenti leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude novella,
su la favola bella che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto delle cicale
che il pianto australe non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre che hai nome
Ermione.

Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco più sordo
si fa sotto il pianto che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani ignude,
su i nostri vestimenti leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude novella,
su la favola bella che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.


Gabriele D'Annunzio

Nessun commento:

Posta un commento