In un boschetto trova' pasturella
più che la stella bella, al mi' parere.
Cavelli avea biondetti e ricciutelli,
e gli occhi pien' d'amor, cera rosata,
con sua verghetta pasturav' agnelli,
di scalza, di rugiada, era bagnata,
cantava come fosse 'namorata,
er' adornata di tutto piacere.
D'amore la saluta' imantenente
e domandai s'avesse compagnia,
ed ella mi rispose dolzemente
che sola sola per lo bosco gia,
e disse:
"Sacci, quando l'angel pia,
allor disia 'l me' cor drudo avere".
Pò che mi disse di sua condizione
e per lo bosco augelli audio cantare,
fra me stesso diss'i:
"Or è stagione di questa pasturella gio' pigliare".
Merzè le chiesi sol che di basciare
ed abbracciar, se le fosse 'n volere.
Per man mi prese, d'amorosa voglia,
e disse che donato m'avea 'l core,
menòmmi sott'una freschetta foglia,
là dov'i' vidi fior' d'ogni colore,
e tanto vi sentio gioia e dolzore,
che 'l die d'amore mi parea vedere.
Guido Cavalcanti
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